Alsazia - Terzo Giorno


Freddo, freddo, freddo, che freddo!! Ci svegliamo con una temperatura insolita, la perturbazione segnalata è proprio arrivata. 
Sul nostro taccuino la meta principale della giornata è Strasburgo, così ci mettiamo in moto (in macchina) verso la città sede del parlamento europeo. Lasciamo l'auto in un parcheggio sotterraneo proprio in centro (prezzi milanesi) e ci incamminiamo verso le principali attrazioni della città, prima però vorremmo scovare una pasticceria per una ricca colazione. Trovando molti locali chiusi ci accontenteremo di un pseudo bistrot proprio di fronte alla cattedrale, mi sono sentito un turista pirla all'ennesima potenza ma tant'è la voglia di dolce ha avuto la meglio.
Risultato: thè e torta piuttosto discutibili e si torna ai 12 gradi esterni con tanto di pioggerellina fastidiosa.


Ci gustiamo la vista della stupenda chiesa gotica, entriamo nel bel mezzo della messa e rimaniamo a bocca aperta guardando la struttura architettonica di questa meraviglia. Evito di fare il figo snocciolando informazioni copiate da wikipedia, tanto siete tutti "navigati".
Non mi sono ben documentato prima di partire quindi balliamo in giro nella speranza di incontrare qualche interessante monumento, anche perché la cartina della guida è pressoché incomprensibile. 


Incappiamo in qualche intermezzo medievale per la strada, prima dei cantastorie (no forse stavano annunciando qualcosa, ma cosa volete, sono un uomo e non riesco a fare due cose insieme, o la foto o la traduzione), poi dei danzatori, poi dei venditori di dolciumi (altro acquisto, questa volta di macaron al cocco), poi di un accampamento...forse era allucinogeno quel thè chissà?!?

Un borgo segnalato ovunque e meritevole di visita è La Petite France, il punto della città con maggior concentrazione di tipiche case alsaziane (foto di copertina e qui sotto). 


E' giunto il momento di rifocillarci e ci mancano ancora i piatti tipici del luogo, la choucroute, piatto pesantino anziché no, consistente in varie parti di porco e salsicce su letto di crauti, mi sembra un filo poco digeribile, così mi guardo intorno per trovare la locanda che faccia la migliore tarte flambé che, a differenza del piatto poc'anzi brevemente descritto, rappresenta un cardine delle cucine diet e vegan. Ciapa la tarte:


Un leggerissimo velo di pasta, con leggerissimo strato di formaggio cremoso, con pancetta (notoriamente povera di grassi saturi), cipolla (velocemente metabolizzata) e non contento di cotanta proposta, ho fatto aggiungere il roquefort che, a dispetto del nome, è un formaggio dal gusto tenue, molto tenue, come no? 
Un tagliere di formaggi per la mia dolce metà, che mi ha odiato profondamente in questi giorni a causa della sua allergia al pepe avendola portata in un paese dove il pepe è la spezia preferita.


Si diceva del Parlamento Europeo, passiamo a far visita anche a questa imponente struttura prima di tornare sulla strada del vino, della quale si sentiva già la nostalgia.
Ci fermeremo per un attimo tra le vigne, per vedere da vicino gli stupendi grappoli alsaziani.


Il tempo è volato, abbiamo appena qualche minuto per una sosta nella graziosa Bergheim (non so se fosse de hura o de hòta).


Passiamo attraverso altri borghi stupendi, alcuni dei quali fioritissimi ma non possiamo più fermarci, le lancette dell'orologio girano vorticosamente.
Tra questi ci è rimasto ben impresso Katzenthal, per ovvi motivi.
E' giunto il momento di riprendere la superstrada all'altezza di Rouffach e con essa la via del ritorno, lasciandoci alle spalle il nostro soggiorno fiabesco. Chi non c'è ancora stato non sa cosa si perde, noi ritorneremo, ahhh se ritorneremo.

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