RaCConTi di uNa FoLLe giOrNaTa Tra RiNalDi e CaSciNe EbReo


Questa è la faccia, sconvolta, di uno che ha partecipato ad un tour dello zoccolo duro dei Vampiri della Vigna nelle Langhe. Vada per Rinaldi, dove è stato possibile assaggiare il nebbiolo 2012 ed i Barolo Tre Tini 2010 e Brunate 2010 (quest'ultimo a dir poco maschio, bel manico), grazie all'amichevole accoglienza di Marta.

Il colpo decisivo però è stato messo a segno alle Cascine Ebreo, mai mi sarei aspettato di pranzare con due persone deliziose come Peter Weimer e Romy Gygax. Peter è ormai in pensione, ama sperimentare e sembra riuscire a far bene un po' di tutto, si destreggia egregiamente anche in cucina, quasi quanto in vigna.

Veniamo accolti con un vino che non ricordo di aver assaggiato da Cerruti, il suo Fol è vino da aperitivi estivi, moscato secco e fermo, con leggerissimo residuo zuccherino ma anche tanta, tanta acidità.


Evaporata la bottiglia in un attimo, aiutato, oltre che dai citati padroni di casa, da tre gentiluomini assetati...


Passiamo, dopo la trepidante attesa durata settimane, al protagonista della prima parte del pranzo, il blanc de blancs Le Mesnil Salon '99 tanto desiderato.


Naso sussurrato e bocca che gioca più sull'eleganza che sulla potenza, con quel confetto sottolineato da Alessandro in evidenza, con lo zucchero e la mandorla dolce a braccetto. Sul prezzo potremmo discutere ore e ore.

Questa è stata la parte più rilassata, quella dedicata all'aperitivo, ai buonissimi grissini ed ai bianchi, terminata con il Sinché 2005 di Cascine Ebreo da uve Sauvignon Blanc. Sprizzante e buonissimo all'apertura, si siede dopo una breve sosta nel bicchiere, vorrei provarne altre annate per poterlo giudicare.


Cominciamo ad avere i primi segnali di debolezza, urge della ciccia, dopo questo piatto potrei anche andare a casa felice, spalla di fassone piemontese con torta di peperoni, crema di olive, sale nero e cipolle. Perfetto il gioco agrodolce dato dalla torta, meravigliosa per equilibrio di acidità e freschezza, ogni boccone è stato intensamente gustato.


Una meraviglia anche la lingua con insalatina di erbe spontanee (finocchietto, menta, basilico, sedano) e bagnetto rosso. Esempio di come delle foglie aromatiche di tale qualità siano in grado di rubare la scena alla carne.


Seguita da Scaramella e testina con salse della tradizione (bagnetto rosso, bagnetto verde e al rafano e mele).


Ma torniamo alla componente liquida. Piccolo excursus riguardante l'aglianico, il Taurasi più nello specifico, il Radici Mastroberardino entrando nel particolare: annate 2007 e 2004, poi riserve 2003 e 1999.


Partiamo dai tappi, quello della bottiglia più anziana sembra praticamente vergine, gli altri sono vissuti ma perfetti, solo uno desta qualche preoccupazione ma non confermata in bottiglia.

I vini hanno dimostrato di avere ancora lunga vita davanti a sè, strutture imponenti per 2007 e 2004, e grande calore alcolico per la 2003 che ha sofferto più di tutte l'annata. Vincitrice a mani basse la '99, che ha coniugato potenza, grande stoffa e beva travolgente grazie ad un'inaspettata acidità perfettamente integrata.

Sono poi tornati alla ribalta i vini di Cascina Ebreo, Segreto '99 e Torbido '99, giusto per non farci mancare qualche altro adolescente.

Abbiamo concluso con un dolce che normalmente potrebbe essere perfetto per una merenda in veranda, in questo caso è stato ben gradito anche dopo un pranzo sostanzioso, grazie alla buona umidità del profumato impasto.


Da una parte mi spiace che questo post sia rimasto bloccato tra le bozze del blog (con conseguente incompletezza di alcune descrizioni), dall'altra sono contento perché ho potuto rivivere quella giornata trascorsa con amici veri.

Luca Formenti

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