Una Senigallia autunnale - due indirizzi utili


Dopo i festeggiamenti di Tutti i Santi ma ancora nel pieno del ponte novembrino, parto per Senigallia pensando di trovare una località decisamente tranquilla, molti locali chiusi per ferie ed una sorta di tristezza del mare d'inverno.
Niente di più sbagliato! La cittadina è più che mai viva, i bar, le enoteche e i ristoranti - ove la prenotazione è del tutto obbligatoria - brulicano di giovani e di famiglie. Lasciamo in pace i due nomi più altisonanti e andiamo alla ricerca di qualche indirizzo alternativo.

Prendo spunto dal gruppo Facebook "Vini naturali" ove viene segnalata una simpatica enoteca con cucina. Giungiamo in anticipo e troviamo la saletta completamente occupata. Ci accomodiamo al bancone ed il responsabile ci offre gentilmente un calice di Verdicchio Dominè 2016 Pievalta. Espressione della tipicità schietta del vitigno, freschezza e sapidità lo distinguono, è verticale ed ha un buon frutto croccante.

Cominciamo a dare una sbirciata al breve menu. Assaggeremmo volentieri ogni proposta ma dovremo accontentarci di qualche piatto.

A fronte dell'esaustiva descrizione dell'oste, chiediamo di partire con un assaggio di salumi e formaggi. Tra i primi il capocollo apre le danze di un'offerta allettante e tutt'altro che banale, i secondi ci accompagnano in una passeggiata tra pascoli francesi e del nostro stivale e trovano il miglior rappresentante in Savoia: intensità, grassezza e persistenza infinita.

Il Paté di fegatini di anatra (5 euro) ha estrema scioglievolezza, in parte caramellizzato ed in parte salato, da gustare con pane grigliato.

Lo chardonnay Champ Divin '16 Closset, distribuito da Vite, sa coniugare l'ampiezza in ingresso di alcuni Borgogna con un frutto fresco gourmand made in Jura. Forse la nota boisée risulta un filo troppo presente ma è la scattante scia sapida che ne facilita la beva.

Passiamo quindi ai cappelletti in brodo di cappone (11 euro). Ci piace che si punti su un buon brodo al ristorante, un classico intramontabile.

Il Jurançon sec Vitatge Vielh '12 Lapeyre rivela caratteristiche differenti. Di più difficile approccio, l'abbinamento non è di quelli indimenticabili ma non stona. Erbe di campo si alternano a frutta secca e spunti dati dall'appassimento, coinvolge il palato ma lo satura al termine del primo calice.



Incredibile - e forse panino dell'anno - quello di lesso (7 euro) con manzo sfilacciato, cotechino, mostarda cremonese e salsa verde. C'è tanto, di tutto, e nulla stona. Dolcezza, sapidità, morbidezza e quota grassa ben supportata. Imperdibile.

Si cala di livello solo al momento del dolce con una crema catalana (5 euro) che bruciata non è e manca di scatto, ed un buon ciauscolo di cioccolato (5 euro).

Concludiamo con un Calice di Porto Quinta de Val de Figueira e due caffè. Al conto quasi non ci si crede pensando che si sono bevuti 4 calici a testa ed un mix di assaggi divertenti per meno di 80 euro in due.

La sera seguente, la voglia di pesce ci porta fronte mare, ci suggeriscono il Raggiazzurro e noi ci fidiamo.
Veniamo accettati soltanto per il secondo turno verso le 21,30, vista la grande affluenza. 
Carta dei vini ampia, anche qui i ricarichi sono da applausi, una buona ricerca che va al di là dei soliti nomi ci conferma che nelle Marche si beve bene con pochi euro. Ciò che sorprende è la ricchezza del menu che comprende un numero di voci decisamente numerose, solitamente scapperemmo da una lista così ricca ma l'apparente ricerca delle materie prime ci convince a dargli un'occasione, non ce ne pentiremo.
!! Parto con delle avvertenze. Se siete abituati alle porzioni milanesi, ed intendete passare da queste parti, vi consiglio di non comandare due piatti a testa, soprattutto se uno dei due è un primo.
Si avvicinano i miei paccheri ai frutti di mare in bianco (14 euro), adagiati nel loro ampio "contenitore" di ceramica e, con esso, ecco giungere anche una casseruola con un'ulteriore porzione e mezza degli stessi. Mantecatura ben eseguita, fondo dalla soave fragranza non così intensa, buona la consistenza della pasta.


Il raviolo di tonno con ragù di baccalà (15 euro) è di ottima fattura, robusto nelle dimensioni ma amabile nel ripieno, quest'ultimo leggermente sovrastato dal condimento generoso in gusto e quota di pomodoro.

Il nostro livello di sazietà è già a buon punto, quando giungono i secondi, due classici.
La grigliata mista comprende filetti di coda di rospo, rombo, orata e branzino poi calamari, acciughe, gamberi e scampo (24 euro). Le carni sono leggermente panate in pane aromatico alla marchigiana e riescono a mantenere grande succosità, varietà rara per un piatto che potrebbe essere sufficiente per la cena di una persona (magari con un contorno).

Più nella norma la frittura mista di pesce panato in farina di riso carnaroli (18 euro), ove però i ciuffi di calamari potrebbero creare dipendenza.

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Isola 2015 Federico Mencaroni (16 euro) accompagna la nostra cena ed è ciò che ci si aspetta da un classico superiore dalla facile beva, freschezza senza sovrastrutture. Compitino svolto degnamente.

Finiamo con una mousse al cioccolato bianco e pistacchio di Bronte con croccante al cioccolato al latte (7 euro) con quota dolce leggermente eccessiva per le nostre papille e ove manca un trait d'union rinfrescante.

Ho come la sensazione che frequentando di più questi luoghi potrei scrivere recensioni doppie in quantità senza dover scomodare Uliassi e Cedroni. Per il momento vi chiedo di "accontentarvi" di una dinamica enoteca e di un ristorante classico di pesce, da alternare il base alle vostre voglie, in futuro potremmo approfondire il tema "Senigallia".
Luca Formenti

ENOFORUM
Foro Annonario, 33/34, 60019 Senigallia AN
Piatti mediamente da 4 a 12 euro.

RISTORANTE RAGGIAZZURRO
Lungomare Goffredo Mameli, 138, 60019 Senigallia AN
Antipasti: 9/15 euro.
Primi: 9/14 euro (astice a 22 euro).
Secondi: 11/24 euro (brodetto a 30 euro).
Dolci: 5/7 euro.
Aperto 365 giorni l'anno.

  

















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