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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

Giove Tonante, Angelo Gaja.

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Gaja è un marchio, Gaja è una persona, Gaja è un personaggio. Il vino viene dopo. Angelo Gaja è un signore che compare su wikipedia in inglese e in tedesco, ma in italiano no. Non si fa voler bene, forse. Annata 1940, annata ruvida, schietta, senza fronzoli. O con lui, o contro di lui. Persona che mi affascina, seppur condivida poco del suo modo di pensare e creare il vino. Queste brevi righe per introdurvi in una serata incredibile che ho avuto la fortuna di vivere con persone unite dalla mia stessa grande passione: bere meno, bere meglio (certo, di fronte a 9 bottiglie in un colpo solo, andrebbe spiegato meglio questo mio motto ma sarà per un'altra volta). Privilegio sicuro che però, parlandone, rischia di apparire come un mero esercizio narcistico tipico di noi amanti del buon vino. “Ieri ho bevuto un Gaja del ‘77”. “Settimana scorsa ho assaggiato un Yquem del ‘70”. “L’anno scorso ho degustato un Mascarello del ‘66”. E via dicendo. Magari impreziosendo il tutto con parti

Rosso di Sera di Busto Arsizio (VA)

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Diciamo la verità, i locali seri a Busto Arsizio sono davvero pochi, spesso ci si imbatte in pseudo trattorie senza arte né parte con prezzi da ristorante, e ristoranti con prezzi da stellati che ti lasciano l'amaro in bocca. Da qui la mia disaffezione alla ristorazione nostrana, ma questa sera Alice ed io dobbiamo festeggiare e ci vuole un locale che ribalti la mia tesi, seguo il consiglio di un mio consanguineo e prenoto a quello che un tempo fu il ristorante Aristide e Fiore, casa dei Bruscitt e del loro magistero.

Sbarbacipolla Biosteria di Colle Val d'Elsa (SI)

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Passione, conoscenza, allegria e non per ultimo professionalità sono gli ingredienti per una magnifica ricetta di ristorazione. Nicola Bochicchio in cucina e Chiara Salvadori in sala, hanno creato questo locale che non può non suscitare simpatia. Arredamento informale e colorato, bagni con spunti simpatici, piccoli dettagli che fanno la differenza e soprattutto sempre sorrisi e ottimi piatti.

Trattoria delle Zucche di Osmate (VA)

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La serenità delle giornate inaspettate, la possibilità di trascorrere qualche ora gioviale con la propria splendida amata, qualche sorriso, molti sorrisi, qualche commento inevitabile riguardante i vicini di tavolo (lo ammetto so essere una zitella acida), la cinta (non quella milanese) che comincia a tirare dopo un pasto luculliano...meraviglioso e quantomeno necessario fancazzismo.

Osteria della Villetta di Palazzolo Sull'Oglio (BS)

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Comincio dal fondo, ossia con un quesito che mi è sorto: ma per avere la chiocciola Slow Food conta avere una lista infinita di prodotti dei Presidi o seguire una filosofia slow partendo da materie prime ricercate (e non per forza presidiate, presidi la qual creazione costa molto al produttore ed in un secondo momento al consumatore)? No, perché forse non sapete che sto andando a raccontare l'esperienza vissuta in un indirizzo che rappresenta appieno la mia idea di trattoria, quella vera, con piatti veri, con sapori veri, nei quali si sente la passione vera, con sorrisi veri e gente genuina...ah dimenticavo però con una chiocciola in meno. Poco male, si vive anche senza chiocciole e stendardi ma forse qualcosa nel sistema non funziona e spero che altre segnalazioni possano far rinsavire il responsabile della guida Osterie d'Italia.

Brielli di Bormio (SO)

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Qualche tempo fa ho parlato di queste caramelle durante il racconto dell'esperienza ai Tigli a Teglio . Mi sembrava doveroso approfondire l'argomento immortalando le confezioni del prodotto e dando un paio di indicazioni a chi volesse provarle.

BiancoLatte di Milano

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Per qualcuno è un locale asettico, per altri un locale fantasmagorico, come sempre mi pongo nel mezzo, il mio habitat preferito. Le sale sono curatissime, di un biancolatte pulito, ambiente luminoso, bellissimo con questo parquet scuro, insomma il massimo per una gelateria (altro discorso per la pausa pranzo, ne parlerò un'altra volta, magari).

Appuntamento al Kuminda alla Cascina Cuccagna di Milano 11-15 Ottobre '12

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Diamo spazio ad un evento che ci sembra interessante, andateci se potete e raccontateci la vostra esperienza.  Milano | 11-15 ottobre 2012 KUMINDA: COLTIVARE LA DIVERSITÀ Il festival del diritto al cibo giunge alla terza edizione: degustazioni, spettacoli e incontri alla Cascina Cuccagna e all'Apollo Spazio Cinema Dall'11 al 15 ottobre a Milano torna Kuminda, il festival del diritto al cibo, organizzato da ACRA e Terre  di  mezzo  Eventi: cinque giorni  di spettacoli,  degustazioni,  incontri,  laboratori dedicati all'alimentazione in tutti i suoi aspetti. Kuminda racconta il cibo attraverso molteplici suggestioni – dalla cucina ai laboratori, dai seminari agli incontri - per parlare di chi lo consuma, di chi lo produce, per condividere le esperienze virtuose di produzione agricola, i progetti di cooperazione con i paesi del Sud del mondo, le filiere di distribuzione sostenibili, le scelte di consumo consapevoli.