Crotto del Lupo di Como


Un ritrovo infrasettimanale tra colleghi ci porta in un locale della tradizione comasca, tradizione per quanto riguarda la longevità del ristorante e non l'impronta della sua cucina che strizza l'occhio principalmente a quella valtellinese.

Dall'uscita autostradale Como-Monte Olimpino si segue una stretta via in salita che, tra uno scorcio del lago di Como dall'alto da una parte e una zona residenziale dall'altra, ci porta in un luogo che sembra ben lontano dalla frenesia del centro e del confine svizzero.

Ampio parcheggio nelle vicinanze, veranda non ancora predisposta per il pranzo, ampia sala interna molto fresca, in questa prima afosa giornata di metà primavera.


Veniamo fatti accomodare in un classico e ampio tavolo dalla mise en place che si può notare nella foto.
Studiamo il menu che offre una buona scelta di piatti sia di carne che di pesce con antipasti da 9 a 12 euro, primi da 8 a 10 euro, secondi da 10 a 16 euro, contorni 3-3.50 euro, selezione di formaggi a 9 euro e dolci a 4.50 euro.
Carta dei vini piuttosto assortita con buon numero di etichette valtellinesi tra le più note (Fay, Prevostini, Negri, Rainoldi, Sertoli Salis) e dal resto della penisola.

Più per la voglia di provarlo che per l'abbinamento, opteremo per un Infernot '07 Cabanon, dall'importante grado alcolico e dalla piacevole amabilità (con la marasca in grande rilievo), per una bevuta inusuale...


...e un più semplice Nebbiolo '09 Fay, più che onesto.


Partiamo dalla tradizione, immancabile l'antipasto con sciatt e bresaola.
Accompagnati da insalatina mista condita al posto del cicorino, croccanti ma con il gusto del formaggio lievemente coperto da quello dell'olio i primi...


...e nella norma qualitativa della pianura padana, la seconda.


Passiamo ai primi cercando di non farci mancare uno dei piatti cardine del locale ossia i bacetti dello chef che non sono altro (o forse bisognerebbe dire: "sono addirittura") dei bignè ripieni di crema di formaggio immersi in una salsa di panna, pomodoro e funghi. Non saranno gourmet, saranno radicati ad uno stile di cucina anni '70, ma che porcata (positivamente parlando) sono? Un piatto forse è troppo ma un assaggio, anche due, stuzzica non poco il palato.


Un gradino sotto le tagliatelle ai porcini che proposti fuori stagione non possono certo offrire il massimo del loro gusto. Posso però dire che la tagliatella così grossolana non mi dispiace.


Discreti i pizzoccheri, anch'essi confezionati con una buona pasta corposa e cotta al dente, buona quota di verdure, ma poca incisività di burro e formaggio.


Solo per gola dividiamo un piatto di involtini valtellinesi, rinunciando allo stinco con funghi (altro cavallo di battaglia del locale). Nella loro semplicità sono stati uno dei piatti più convincenti, facilmente riproducibili anche a casa con ripieno di bresaola e formaggio tipo "latteria" e un sapido intingolo da scarpetta.


La proposta dolce punta anch'essa su ricette collaudate, quindi ci fidiamo dei consigli dell'affabile cameriere e puntiamo dritti sulla torta di mele, dall'ottima fragranza, morbidezza (con aggiunta di yogurt) e gusto.


E perché no, sul tiramisu con crema spumosa, biscotti non eccessivamente inzuppati e equilibrata quota di cacao.


Insomma una cucina onesta e rispettabile, proposta in un locale ordinato e dal servizio preciso, cortese e gioviale, nulla di trascendentale ma una volta nella vita si può provare.

Luca Formenti

Crotto del Lupo
Via Pisani Dossi, 17
22100 Como
Tel. +39 031 570881
Chiuso lunedì.
Sito: http://www.crottodellupo.it/

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